Yara: una giovane vita interrotta
Era il 26 novembre 2010 quando si diffuse la notizia della scomparsa della giovane Yara Gambirasio, una ragazza di tredici anni della provincia di Bergamo che amava la ginnastica e che non era tornata più a casa dopo esser stata vista per l’ultima volta nel centro sportivo in cui si allenava. Girava la voce che in questo centro sportivo un adulto spiasse le ragazzine, ma nessuno pensava che potesse succedere qualcosa di così grave. Il giorno della scomparsa Yara aveva portato lo stero in palestra e si era accordata con la mamma di essere a casa entro le 19:00. L’allenatore dichiarò di aver visto andar via Yara abbastanza presto, verso le 16:30, ma la ragazza a sera non era ancora tornata e la mamma iniziò a preoccuparsi perché la chiamava al telefono e lei non rispondeva. Il padre denunciò la scomparsa alle forze dell’ordine e da quel momento cominciarono le indagini lunghe ed estenuanti e con pochi risultati. Esattamente a tre mesi di distanza dalla scomparsa, purtroppo in un campo venne ritrovato il corpo di Yara e a fare la terribile scoperta, per puro caso, fu un aeromodellista. Gli esami confermarono che, anche se era ferita, la ragazza era morta per ipotermia e indebolimento dovuto alle lesioni. Sul corpo fu trovato il dna di un uomo e le ricerche si concentrarono su di lui. Cominciò il prelievo di campioni di dna tra gli abitanti del posto e, quando sembrava che le indagini dovessero arrestarsi per mancanza di prove, si arrivò ad individuare il dna del colpevole: un dipendente della ditta del padre; l’uomo fu condannato all’ergastolo il 10 gennaio 2014, ma si è sempre proclamato innocente. Il 20 febbraio 2014 la Procura della Repubblica di Bergamo chiuse ufficialmente le indagini.
Nell’ottobre di quest’anno, quindi un mese fa, è uscito su Netflix un film che racconta tutta questa terribile storia e, guardandolo, si può veder scorrere tutta la vita di una ragazzina che si interrompe di colpo. La cosa inquietante e che mi ha colpito di più è sapere che non ci possiamo fidare di nessuno e che dobbiamo fidarci solo di noi stessi.
Greta Tavanti 2D