1A Progetto COOP: le meraviglie nascoste d’Italia
Oliveto, a spasso nel tempo tra storia, natura e letteratura.
Oliveto è un borgo-castello situato su una collina, tra i torrenti Leprone e Trove, in posizione dominante la vallata sottostante, nel comune di Civitella in Valdichiana, provincia di Arezzo.
Come molti altri paesetti, incastellamenti e contrade deve il nome OLIVETO alla pianta di olivo, del cui sfruttamento in Toscana si hanno notizie fin dal VII sec. a.C.
La fortificazione del castello (fino al 1250 proprietà della chiesa aretina) e la cinta muraria, in cui spicca il Cassero che difendeva la porta nord dell’abitato, risalgono al periodo del dominio fiorentino, dal 1385, quando gli Ubertini di Arezzo cedettero il castelletto di Oliveto alla Signoria di Firenze, che lo tenne caro “per la salubrità dell’aere, e per la vaghezza e nulla meno per la sua fecondità”, come scrive l’erudito D.M.Manni. Fino alla metà del 1500, ha assolto funzioni militari legate agli interessi di Firenze in Valdichiana.
A quel tempo Oliveto era un libero Comune e aveva come simbolo un olivo in pieno frutto in campo bianco e nero. Si unì all’amministrazione economica di Civitella in Valdichiana alla fine del 1700.
Successivamente ha mantenuto un suo ruolo come piccolo presidio rurale favorito dalla fertilità dei terreni collinari specie per le produzioni di olio e vino.
Negli ultimi anni si è venuto spopolando, mentre si sviluppava il sottostante villaggio di Albergo, meglio collocato lungo la Vecchia Strada Senese.
Oltre ai resti della cerchia muraria, si segnala la chiesa di S.Andrea al Castello di Oliveto, di cui si hanno notizie a partire dal 1300, ma certamente di fondazione più antica. Si tratta di un edificio costituito da un’unica navata con abside interna semicircolare e due cappelle laterali. Nell’abside dietro all’altare è stato posizionato un coro settecentesco recuperato.
Altri edifici religiosi sono la chiesa di San Giovanni Battista al Villaggio che risale alla fine del 1200, la Cappella della Chiesa della Compagnia, ristrutturata nel XVII sec. e il Tabernacolo della Madonnina subito fuori le mura, trasformato in piccola cappella durante l’800.
All’ingresso del borgo, come testimoniano gli stemmi e le iscrizioni poste sul portale, c’è il palazzo, sede fino al XVII sec., del Podestà di Oliveto. Costruito su tre piani, conserva ancora tracce della sua storia di fortificazione, compreso il cavalcavia e l’ex piazza d’armi.
Scendendo, appena fuori dalle mura, orientata verso il levar del sole, spicca l’imponente villa Oliveto, ex- villa Barbolani di Montauto, poi, dal 1927, Mazzi, ristrutturata su una costruzione forse seicentesca, nell’800.
La villa è circondata da un parco con cedri e lecci, digradante sui terrazzamenti di olivi. Durante la II° guerra mondiale fu sede di un campo di concentramento per ebrei e cittadini nemici dell’Asse. Negli anni ’80 è stato acquisito dal Comune di Civitella in Valdichiana che ha destinato l’edificio, per alcuni anni, a scuola materna, quindi a sede di un Centro di documentazione sui campi di concentramento. Attualmente è in ristrutturazione.
Nella canonica cinquecentesca annessa alla chiesa sconsacrata di San Giovanni, ha vissuto dagli anni ’70 fino alla morte, avvenuta nel 2006, la scrittrice scozzese Dame Muriel Spark. E, a pochi passi da casa, nel piccolo cimitero in cima al colle, riposa tra gli ulivi.
E’ possibile effettuare 2 semplici percorsi trekking, ad anello, partendo dal borgo di Oliveto, attraverso i boschi e le campagne dei dintorni.
classe 1A