Una nuova “guerra fredda”?
Ormai da un po’ di tempo nei quotidiani e nei tg si sentono tornare in circolazione espressioni come “nuova guerra fredda”, “crisi di Cuba 2.0” e “crollo dell’U.R.S.S.”
Ma perché vengono usate?
Prova a spiegarlo il politico australiano Kevin Rudd parlando del ruolo mondiale del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping.
Secondo lui la situazione internazionale è difficile e potrebbe comportare un nuovo scontro tra Oriente e Occidente nei mari della Cina e il rischio più grande si potrebbe riscontrare quando il conflitto potrebbe coinvolgere Taiwan (zona contesa) o a causa dell’utilizzo di sistemi di controllo tecnologici (per questo si parla di Crisi di Cuba 2.0).
Il rapporto tra Pechino e Washington da molti giornalisti e studiosi di politica viene definito “nuova guerra fredda”, ma se si fa attenzione si notano differenze e uguaglianze tra la Cina e la vecchia URSS.
In entrambi i casi si parla di scontro di idee e tradizioni tra Ovest e Est e di grande competizione e oggi, con la globalizzazione, il mondo intero è ancora più coinvolto.
Xi Jinping ha fatto diventare priorità del governo la sicurezza per fare in modo di non ripetere gli errori dell’Unione Sovietica, ma i tempi sono diversi rispetto alla seconda metà del Novecento, visto che i rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti sono molto intensi e fruttano milioni di dollari.
Stati Uniti e commissione europea hanno comunque valutato alcuni prodotti tecnologici e applicazioni cinesi come una minaccia per la popolazione mondiale e per la situazione globale.
Notiamo anche che Pechino ha mantenuto una posizione neutrale riguardo alla guerra in Ucraina. E, a questo punto, sorge una domanda: la Cina ci potrebbe guadagnare o perdere da questo conflitto?
Pechino teme di perdere la Russia, che per lui è un partner strategico, ma – a sua volta – non può permettersi di perdere nemmeno l’Europa che occupa il posto di partner economicamente fondamentale.
Il piano di pace cinese consiste proprio in questa situazione poco chiara, non ha portato a nulla e non ha soddisfatto nessuno.
Comunque è sicuro che la Cina, nel corso degli anni, ha acquistato nel mondo il ruolo di superpotenza che potrebbe diventare un avversario temibile per gli Stati Uniti e per tutto l’Occidente, proprio come ai tempi dell’Unione Sovietica.
Elena Maidecchi, Semmi Mucogllava 3D