Piante robot
Per uno studente è vietato copiare dagli altri, soprattutto durante una verifica, ma per gli scienziati copiare (dalla natura) è un’ottima idea, tanto da dare a questa attività addirittura un nome: “biomimetica”.
Questa parola deriva da bios, che in greco antico significa “vita”, e mimesis, che vuol dire imitazione.
Piante da record.
Tutte le piante sono composte da piccoli mattoncini, che sono le cellule vegetali in grado di produrre il proprio nutrimento sfruttando la luce del sole tramite un processo chiamato “fotosintesi”.
Un po’ di numeri sulle piante:
– 2000 nuove specie di piante
– 420 milioni di anni fa comparvero le prime piante sulla terra
– 115 metri l’albero più alto del mondo, Hyperion, una sequoia serpervirens della California: come un palazzo di 40 piani
– 200 km quadrati, la pianta più estesa è un’alga Posidonia Australis che si trova a Shark Bay.
La scienziata Barbara Mazzolai dell’Istituto italiano di tecnologia di Pontedera, ha provato a costruire una “pianta-robot” che ha chiamato “plantoide”.
Nel tronco si trova l’elettronica. Le foglie sono fatte di un materiale speciale e si muovono grazie all’umidità dell’aria.
Ma il vero colpo di genio sono le radici, che possiedono sensori per infiltrare l’acqua e altre sostanze chimiche ed hanno un accelerometro per percepire la forza di gravità.
Possono muoversi nel terreno, e perfino crescere, grazie a mini stamparti 3D che creano nuovi pezzi.
Le piante riuscirebbero ad accendere la luce…
Un gruppo internazionale di studiosi ha ottenuto piante luminescenti trasferendo nel loro DNA le sequenze genetiche di funghi bioluminescenti. Le piante ottenute sono 10 volte più luminose di quelle sviluppate finora in modo costante, dalla nascita alla maturità.
Leonardo Marri, Alice Di Pietro 1D