L’ultimo Orco
Consiglio questo libro a coloro a cui piacciono i colpi di scena e una scrittura particolarmente dinamica e fluente. Questa storia, nata dalla strepitosa fantasia di Silvana de Mari, ne è veramente piena, come una spiga di grano che contiene più chicchi, che poi vengono triturati insieme per formare un’unica cosa, la farina, che è buona e sfama, visto che serve per fare il pane. Succede un po’ la stessa cosa parlando di un libro: la storia è la spiga e i chicchi sono gli avvenimenti che contiene; dalle vicende che vengono raccontate si possono ricavare vari significati – appunto la farina – che arricchiscono la nostra mente, come se volessero sfamare la sua interminabile sete di conoscenza e aprire una breccia in quel muro di solitudine che ci separa dal mondo sconfinato della fantasia. Il libro inizia raccontando la storia di un bambino di nome Rankstrail, che con il passare del tempo cresce nella miseria insieme alla sua famiglia.
Per procurarsi il cibo imparerà a cacciare di nascosto, facilitato dalla sua particolare capacità di intuire le cose un attimo prima che accadano. Conserva sempre un grande amore per la sua città tanto che, una volta diventato ragazzino, decide di arruolarsi nell’esercito dei mercenari anche e soprattutto per motivi economici.
I suoi compagni – in particolare Lisentrail – riconoscono in lui un invincibile guerriero con una grande forza e gentilezza d’animo e lo eleggono capo. Da quel momento la sua armata dovrà affrontare l’ira del Giudice Amministratore della città di Daligar, che successivamente li invierà a catturare un elfo secondo lui molto pericoloso perché ha intenzione di distruggere gli uomini con i suoi poteri. Ma Rankstrail non è della stessa idea e l’incontro con i presunti nemici cambierà per sempre la sua vita. “Per paura di morire noi rinunciammo a vivere.”
L’ultimo orco – Silvana de Mari –
Chiara Sbrighi 2B