Lezione – Racconti dinosauro
Adele Bianchi
SPINOSINO
Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì, nella sua mente.
Come faceva a dimenticarlo?
Spinosino era stato con lei tutti quegli anni!
Balzò in piedi e frugò negli scatoloni: doveva trovarlo.
Laila si era trasferita da poco in Giappone per imparare la lingua e studiare medicina tradizionale giapponese; voleva diventare un medico.
Si era trasferita da un paesino in Canada e la sua famiglia sarebbe venuta a breve a trovarla.
Spinosino era il suo piccolo dinosauro pelouche che aveva fin da piccola e lo teneva sempre con sé.
Solo che da quando si era trasferita, cioè da un mese, tra gli scatoloni non riusciva a trovare Spinosino e, ogni volta, non faceva che pensarci.
Dopo aver cercato inutilmente, si diresse in università per il corso di lingua giapponese e poi passò dal supermercato per prendere qualcosa da mangiare.
Quando tornò a casa, trovò al cancello i suoi genitori che gli sorridevano e sua madre aveva in mano Spinosino!
Lei le corse incontro, li abbracciò e prese tra le braccia il suo Spinosino.
La mamma le disse che lo aveva trovato dentro uno scatolone che si erano dimenticati di prendere, ma ora – con l’occasione – gliel’avevano portato.
Laila era davvero felice!
Mohamed ben el Melasse
” IL DINOSAURO INNAMORATO”
Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì, per l’ennesima volta a fissarmi.
Sembrava sorridesse.
Chiusi gli occhi e li aprì, e lo trovai davanti alla mia faccia.
In sottofondo sentì un rumore:
‘’E se cuerpito che tu tienes ,bailenito te chiera!’’
Aprì gli occhi e scoprii che era un sogno, anche perché io non avevo un pupazzo dinosauro.
Thomas – Bichi – Edoardo
CRISTIANOSAURO
Cristiano era ancora nella sua grotta a dormire prima della partita.
Quando si svegliò, vide una catasta di messaggi sul suo cellulare.
Saltò giù dal letto e si precipitò allo stadio e, quando entrò nello spogliatoio, vide i suoi compagni dinosauri già cambiati e pronti.
Il mister gli promise una multa, a meno che non facesse un gol.
Cris non deluse il mister e fece un gol all’ultimo secondo, facendo vincere la sua squadra e… niente multa!
Vittoria Patrizi
LA MURAGLIA FRIZZANTE
La muraglia frizzante: il fenomeno di Vittoria Patrizi.
Questa ragazza ha colonizzato diversi continenti, partendo dall’Asia, passando dall’Europa e finendo in Africa.
Questo perché ha lasciato una serie di bottiglie d’acqua frizzante in giro per il mondo, andando a creare una vera e propria muraglia.
Pochi sanno, però, che alla fine della muraglia si cela un grande castello che occupa l’intero comune di Civitella in Val di Chiana.
Gabriele: – Mi ricordo che, dopo giorni e giorni di camminate, avevamo quasi perso le speranze, ma quando arrivammo, pensai che ne era valsa la pena.
Emine: – Quando arrivammo davanti a quel maestoso castello, tutti rimasero sbalorditi, ma quando entrammo lo restammo ancora di più.
Maikol: – Il castello era completamente vuoto, c’era solo una piccola porticina, era in legno ed era anche un po’ “sfracassata”. Di fronte a quella immagine tutti e tre provammo un po’ di inquietudine.
Emine: – Era completamente buio e accendemmo le nostre torce. Andammo avanti verso quella porticina.
Gabriele: – Io ero il primo della fila e, quando aprii la porta, trovammo le scale. Nonostante la nostra stanchezza, le percorremmo tutte, senza nemmeno fare una pausa. La curiosità era troppa.
Maikol: – Ad un tratto ci ritrovammo davanti ad una grotta piena di animali fatti di bottigliette d’acqua frizzante e al centro c’era un dinosauro con un collare in cui c’era scritto “Terra”. In quel momento mi feci prendere dal panico totale!
Emine: – Io provai a tranquillizzare Maikol, ma lui si tranquillizzò solamente quando Gabriele scoprì che quegli animali avevano paura della luce. Quindi riuscimmo a raggirare tutti quegli animali con le torce in mano e, quando arrivammo a un’altra porticina e l’aprimmo, trovammo un’altra grotta.
Maikol: – C’era un’altra grotta di acqua frizzante e io ed Emine iniziammo a discutere su quanto fosse sciocca Vittoria, perché aveva protetto con tutti quegli animali un’infinità di bottigliette d’acqua frizzante. Ma quando Gabriele disse che era acqua naturale io rimasi sbalordito. Per chi non lo sapesse, Vittoria aveva rubato e poi nascosto tutte le bottiglie d’acqua naturale.
Gabriele: – Afferrai il walky tolky e dissi “Ce l’abbiamo fatta!”
E tu… sei più frizzante o naturale?
Viola Tavanti
BENJAMINE
Quando si svegliò il dinosauro era ancora lì.
La bambina, Mary, non era come le altre: lei amava i giochi dei bambini maschi.
Il suo gioco preferito era quel piccolo dinosauro dal nome bizzarro: Benjamine.
Ci giocava quotidianamente.
Stava sempre nella sua piccola cameretta a giocare con Benjamine, dopo aver fatto i compiti.
Un giorno, dopo esser tornata da scuola, la bambina entrò nella sua cameretta, ma la accolse una brutta sorpresa: il dinosauro era sparito.
La bambina, un po’ disperata, lo cercò per tutta la stanza, senza trovarne nemmeno l’ombra.
Cercò dappertutto!
Sotto al letto, nei cassetti, nel comodino della libreria e anche sotto le coperte, ma nulla, non riusciva proprio a trovarlo.
Il giorno dopo Mary era disperata perché non riusciva a ricordare dove avesse potuto metterlo.
Arrivata a scuola, vide un bambino che teneva in mano un dinosauro.
Ma non un dinosauro qualsiasi! Il suo!
La bambina ci mise meno di trenta secondi a strapparglielo di mano.
Il ragazzino scoppiò in un pianto senza sosta.
Lui, tra le lacrime, le diceva che quel dinosauro era il suo ed effettivamente aveva ragione, perché quello di Mary era… dentro il suo zaino!
Lì non aveva proprio guardato.
Il giorno dopo, quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì.
Nicole Severi
IL MIO PUPAZZO PREFERITO. O QUASI
Sono Scarlett e sono fidanzata con Ace da tre anni.
Amo il verde, i dinosauri e la natura.
Non mi piace molto truccarmi o stare a casa, preferisco leggere al parco.
Al contrario di tutte le ragazze della mia età, il sabato non esco mai, solitamente mi prendo del tempo per me stessa. E… basta, questa sono io.
Il mio ragazzo è molto più attivo di me: esce il sabato sera, odia stare all’aperto e tante altre cose.
Sì, siamo molto diversi; penso però che sia questo il motivo per il quale stiamo insieme: la diversità.
Mi fido ciecamente di Ace, perché non mi ha mai dato mezzo motivo per non farlo.
Lui mi fa tanti regali in base a quello che mi piace, ma uno è il mio preferito: un pupazzo carinissimo a forma di dinosauro.
È morbidissimo e ha degli occhi davvero carini, con dei riflessi bianchi che lo rendono bellissimo.
Sta sempre nella mia scrivania, così che quando studio abbia qualcuno con lo stesso profumo di chi mi ama davvero.
Tutti i giorni vedo Ace a scuola e anche solo vederlo mi fa venire le farfalle nello stomaco, anche se ultimamente lo sento più distaccato del solito.
Non mi va di rovinargli le giornate, perciò non faccio troppe domande; mi limito a sorridere sempre, coprendo le mie emozioni con una specie di maschera.
Domani io e il mio fidanzato usciremo per stare un po’ insieme e mi ha detto che mi deve parlare. Non so come dovrei prenderla e, durante la notte, ci ho pensato tantissimo. È domenica mattina e mi sto preparando ad uscire con Ace.
Mi sono infilata il cardigan rosso e sono uscita di casa. Arrivata da lui, non mi diede nemmeno il tempo di salutarlo. Iniziò a parlare con la sua voce tagliente: – Scarlett, io… penso che tra noi non possa più funzionare.
I miei occhi si riempirono di lacrime e il suo respiro accelerò.
Senza nemmeno ascoltare la motivazione, girai i tacchi e presi a correre, senza fermarmi, fino a casa.
Una volta nel mio letto, iniziai a piangere e a sfogarmi e, sperando che quel dinosauro scomparisse, mi addormentai.
Quando mi svegliai, il dinosauro era ancora lì.
Presa dalla rabbia, non ero più in preda alla tristezza.
Sapevo di esser stata immatura a non ascoltare le sue motivazioni, ma lui lo era stato altrettanto: non mi rispondeva da giorni e a scuola mi salutava a malapena.
Perciò presi il dinosaurino e lo posai nella scatola dei ricordi, dove gli oggetti possono entrare, ma mai uscire.